Chi è positivo al Coronavirus può contagiare gli altri anche attraverso le lacrime. Questa è l’ultima scoperta che i ricercatori dello Spallanzani hanno dimostrato attraverso uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine.

Stando alla loro spiegazione, il virus del SarsCov2 è attivo anche all’interno delle lacrime di chi è positivo e anche una piccola goccia potrebbe contagiare il prossimo. In sostanza, gli occhi non sono più solo da considerare come ingresso per il virus ma anche una porta di uscita che mette a rischio tutte le persone che non sono state contagiate da esso.

Il virus è in grado quindi, di replicarsi sia nell’apparato respiratorio e sia nelle congiuntive.

Il tampone che ha dato il risultato di questa ricerca

A dare questa risposta definitiva è stata a prova del nove fatta con un tampone oculare prelevato da un paziente, dopo il terzo giorno di ricovero in ospedale, in quanto positivo al virus.

Gli studiosi dello Spallanzani hanno immediatamente isolato il virus prelevato dal tampone e in seguito ai test hanno confermato che è in grado di replicarsi nelle congiuntive.

Non per nulla, la paziente che è ricoverata allo Spallanzani e alla quale è stato prelevato il tampone oculare, prima di essere ricoverata per il Coronavirus, lamentava e presentava una congiuntivite bilaterale.

Concetta Castilletti (responsabile dell’Unità Operativa Virus Emergenti del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani) si è così espressa in merito a questa eccezionale scoperta: “Questa ricerca dimostra che gli occhi non sono soltanto una delle porte di ingresso del virus nell’organismo, ma anche una potenziale fonte di contagio, ne deriva la necessità di un uso appropriato di dispositivi di protezione in situazioni, quali gli esami oftalmici, che si pensava potessero essere relativamente sicure rispetto ai rischi di contagio che pone questo virus”.

Si parla di una scoperta così eccezionale e importante per il piano della sanità pubblica che l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) era d’accordo con l’Editor della al Annals of Internal Medicine per la sua pubblicazione.

La questione della positività dei tamponi oculari

Un’altra questione salta all’attenzione di tutti gli studiosi in merito alla questione della trasmissibilità del virus attraverso le lacrime.

Infatti, il tampone oculare che è stato prelevato alla paziente e che è risultato positivo al virus, risultava tale fino al 27esimo giorno di ricovero, quando ormai il tampone prelevato dal distretto respiratorio non presentava più alcuna traccia del virus.

Questa questione è un pezzo in più alla complicata questione del potenziale infettivo del virus. Come evidenzia anche Marta Branca (direttore generale dello Spallanzani) i continui studi sul Covid-19 e soprattutto i risultati importati come questo appena pubblicato dai ricercatori dell’ospedale sono un contributo prezioso su questo virus e fa si che si possa conoscere meglio il suo meccanismo di contagio.

Il consiglio degli oculisti

Conoscere meglio il virus e soprattutto le sue modalità di contagio sono un passo fondamentale per la prevenzione e per la cura di esso.

In merito a quest’ultima scoperta, gli oculisti hanno chiesto a tutti i cittadini di proteggere gli occhi con degli occhiali da vista, ovviamente anche non graduati, per chi non ha esigenze particolari.

Insieme alla mascherina che copre naso e bocca, gli occhiali sarebbero un plus che aumenterebbe la sicurezza personale, oltre che quella per gli altri.

Ovviamente, non vanno bene tutti i tipi di montature. Più è grande meglio è, perché si parla di piccole goccioline che possono essere dirette oppure stare nell’aria.

Matteo Piovella (presidente della Società oftalmologica italiana) ha dichiarato che è necessario che tutti indossino gli occhiali protettivi per poter riuscire ad arrivare alla Fase II.